Caro Pippo,
scrivo a te ma colgo l'occasione per spiegarmi meglio anche con altri. Con alcuni dei miei "giovani" amici pisani, con Ivan, Marco, i Mille. Non con Marta con cui mi sono già spiegato senza che ce ne fosse bisogno. Già che ci sono aggiungerò in chiusura un'opzione a quelle che propone Luca. Come sai ho un'altra età e un'altra storia.
Come sai, da mesi oramai, dispero sulle possibilità del Pd. Molti di coloro che ho citato possono testimoniare quanto fossi pessimista sugli esiti sardi e quanto sono stato perplesso su questo ed altri fuochi fatui inventati dal nostro desiderio di identificare il cambiamento in una persona. I leader non si inventano.
La causa occasionale che mi spinge a scriverti, però, è questa - mi pare netta - divergenza sull'esito delle primarie fiorentine. L'ho scritto, in un post in modo anche volutamente provocatorio - spiegati meglio, mi avevano consigliato i miei pisani che conoscevano meglio il mio pensiero - che sono finite bene, e lo ribadisco. Matteo Renzi da cui, a occhio, mi dividono moltissimi anni e altrettante idee ha vinto ed ha convinto. Su 55 sezioni è risultato primo in 54. Un dato diffuso, quindi. Una vittoria larghissima. Io sono contento che abbia vinto lui. Ma non penso che le primarie fiorentine siano andate bene perché ha vinto lui. Penso che siano andate bene perché sono state vere. Perché dopo veleni, sgambetti, spregio delle regole, invenzioni dell'ultim'ora, ha vinto la democrazia. Sono andate bene anche perché gli altri candidati lo hanno riconosciuto appieno e hanno dichiarato la loro volontà di collaborare con il vincitore.
Le primarie vere sono fatte così, non si può avere un vincitore che ci somiglia, si ha un vincitore che vince. Per questo sono andate bene. Dal 2005 il popolo del centrosinistra, nella sua stragrande maggioranza, è stato complice di primarie farlocche, decise in altre stanze. Ha sancito con il voto scelte di vertice. Hanno votato i rappresentanti con liste precostituite e bloccate. Un teatrino, insomma. Hanno votato Prodi che, con tutto il rispetto, per come la vedo io, non è meglio di Renzi, forse non è neppure peggiore, di sicuro non è un segno nella direzione del cambiamento che ognuno di noi individuava alla fine del percorso che abbiamo intrapreso insieme. Renzi ha sparigliato, ha avuto coraggio. Prima di lui solo Ivan, con un'incoscienza e un velleitarismo superiori, lo aveva avuto.
Un coraggio, un'insolenza, che molto spesso ho cercato di suggerire ai miei amici de iMille. Ricordate "Uccidere il padre"? Troppo forte?
Forse, ma si può fare la rivoluzione con il permesso dello zar? Non si può accontentarsi solo di un livello più giusto e meritocratico della cooptazione. Non si possono ascoltare in silenzio parole retoriche e affascinanti che promettono la completa ristrutturazione della nostra casa quando poi, nei fatti, si cambiano solo le tendine del bagno. Bisogna giocarsi le proprie possibilità, rischiando tutto.
Renzi lo ha fatto. Per questo quando le primarie funzionano bisogna accettarne gli esiti e farne tesoro. Altrimenti diciamo con chiarezza che, intimamente, abbiamo nostalgia di criteri di scelta diversi (hanno funzionato, e bene, per moltissimi anni), perché no? Però diciamolo chiaramente, il mio amico Fausto lo dice, lo rispetto.
Personalmente penso che non siano riproponibili, ma è solo un'opinione. Che fare, dunque? Secondo me la soluzione non può essere che visionaria, creativa. Un gioco.
Io penso - e qui ti stupirò - che abbia ragione D'Alema. Per metà, però. E' una buona idea quella di riunire i maggiorenti del partito in una stanza. Tra loro chi entra in quella stanza deve sapere, però, che ne uscirà dimesso da qualunque incarico ricopra nel partito e nelle istituzioni. Assieme a loro metterei - in pari numero - altrettante persone giovani che di incarichi non ne hanno, che siano presenti e riconosciute negli ambiti dove operano (Web, Pistoia, Venezia, Monza, Milano, Caltanissetta, Pisa e via così).
Ecco, farei questo. E vorrei tenerli lì finché non abbiano disegnato un percorso di ricambio, indicando persone che possano davvero rappresentare quel che di buono e nuovo emerge tra le nostre file. I nomi indicati saranno sottoposti a primarie. Svolto questo compito i vecchi dirigenti se ne andranno a casa definitivamente (spero vogliano continuare a darci una mano) e la partita inizierà davvero con nuovi protagonisti, con nuove idee. Punto e accapo.
Con vera stima, un abbraccio.
[davide]
Caro Davide,
ti ringrazio molto per la lettera aperta che mi invii, certo che riguardi tanti di noi.
Vorrei dirti che la penso come te e che tengo anch'io moltissimo alle primarie e al confronto democratico. Con il mio post, ironico, come il tuo, intendevo sottolineare il fatto che, anche se non mi piace più di tanto il vincitore, quelle di Firenze fossero delle primarie vere (il post lo trovi qui: http://civati.splinder.com/post/19858723). In condizioni di emergenza, certamente, ma vere. Ho dichiarato a Radio24 le stesse cose che scrivi tu e che piuttosto che un conflitto (che Renzi ha esasperato, in modo volgare, anche nelle interviste successive alla sua vittoria) sia necessario un confronto generazionale. Un confronto aspro, un dibattito sincero e vero. E' del tutto ovvio che debbano essere per primi gli attuali dirigenti a volersi 'abbassare'. Quanto a noi dobbiamo prepararci a sfidarli, non con le scorciatoie e con l'antipolitica, ma con gli argomenti e con la «rappresentanza sociale» che finora è mancata.
Tutta la mia stima e l'affetto di sempre,
pippo
Sono veramente convinto che non sia né una questione generazionale né di visione politica, ma semplicemente una questione di visibilità e potere (sempre che per il PD si possa ancora parlare di potere e non di poltrone). Tutti i maggiorenti si trovano d'accordo e fanno quadrato solo quando devono difendere sé stessi e le loro rendite acquisite (molto spesso solo tramite l'azzeramento per tangentopoli e non per meriti). Altro tema è "l'affiliazione" di una parte degli iscritti e dei suoi simpatizzanti che si dividono o che si riuniscono solo su chiamata del "Capo" cordata di riferimento. Quell'idea balzana che impone a vivere la politica da pecora nel gregge, dietro a un pastore che ti guida però verso un baratro. Il PD, il centrosinistra, riuscirà a vivere, a essere rigoglioso, solo se si selezioneranno i candidati e le idee non in base a chi le appoggia ma in base al loro valore. Attualmente le primarie del PD sono condizionate pesantemente da quest'idea di politica cialtrona. Nell'analisi del fallimento della segreteria Veltroni si analizzano i 16 mesi di sua reggenza e non i mesi che ci hanno portato alla sua vittoria, mesi scanditi da lotte per salire sul carro del vincitore e che ci hanno consegnato un gruppo dirigente che fintamente si è dimostrato unito prima e "normalmente" diviso dopo. Prima di tutto chiediamoci chiarezza e scegliamo in base alla coerenza delle scelte. MarcoB