Teheran, 18 Giugno 2009
Barack Obama è un grande politico ed un uomo assai accorto. Interpellato sulla questione iraniana, oltre a manifestare una doverosa preoccupazione, ha anche affermato che la differenza politica tra Ahmadinejad e Mousavi "può non essere così grande come viene pubblicizzata". C'è indubbiamente cautela diplomatica in queste parole. Ma la realtà non potrebbe essere fotografata meglio. Mir Hossein Mousavi è un ex-falco Khomeinista, Premier durante la guerra con l'Iraq e sostenitore del regime teocratico. Ad un recente incontro di campagna elettorale, degli studenti universitari lo hanno messo in grave imbarazzo chiedendogli a gran voce perchè non si fosse opposto all'esecuzione di 30000 prigionieri politici nel 1988 ordinata da Khomeini. Negli anni '90 Mousavi si è lentamente riposizionato sul fronte "riformista", senza strappi col passato. In questa campagna elettorale Mousavi non ha mai detto che il programma nucleare verrà abbandonato nè che occorre impedire la strategia della tensione con Israele. Dunque, si tratta di un candidato forse moderato, che a meno di sorprese future rappresenta la faccia meno squallida di una aggressiva dittatura clerical-militare.
Per cui, le parole di Obama sono molto rassicuranti. Le manifestazioni anti-Ahmadinejad non devono necessariamente farci rilassare nella consolante idea che l'Iran è in marcia verso la democrazia ed i diritti umani. Il riformismo funziona molto bene in democrazia, quasi per niente in una dittatura.
[ranieri]
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