Pensieri, 3 Luglio 2009
Ho partecipato a una riunione del Pd dove qualcuno ha detto che il partito è un bambino ancora nell'incubatrice. Non è così. Il Pd è stato bambino, per poco tempo, ma lo è stato.
Come un bambino era allegro, entusiasta. Giocava, da solo e in compagnia e aveva un gioco, su tutti, che gli piaceva moltissimo: una scatola di costruzioni, mattoncini con cui si costruiva una cosa a cui teneva, la chiamava - un pò ingenuo come sono i bambini - democrazia, era bella e indistruttibile ai suoi occhi.
Il nome sulla scatola di quel gioco era: "Primarie". Poi il bambino, precocemente, ha cominciato a crescere, a farsi domande e ad essere critico, entusiasta ma critico. Ha cominciato a capire che il mondo era fatto anche da altre persone, altri paesi, altre idee. Da altri giochi - o gli stessi - ma usati meglio. Ha visto che altri bambini stavano giocando e che, proprio con lo stesso gioco - pensate - di là dal mare, un bambino nero e bravissimo stava costruendo, addirittura, un mondo diverso.
Lui, nel frattempo è diventato adolescente e, come tutti gli adolescenti, ha l'acne e ha cominciato a provare invidie, rancori, pulsioni. Non riesce più a giocare. Allora prova a cambiare le regole di quel gioco bellissimo che ora non gli basta più. Gli sembra inutile, una cosa di cui vergognarsi. Anche lui, guardandosi ossessivamente allo specchio, si sente un po' brutto, perdente, sfigato.
Così non fa più simpatia, ha perso l'entusiasmo. I suoi amici si sono allontanati. Vanno a cercare quelli che l'adolescenza la passano con le ragazze, i soldi ed a cantare e ballare sulle navi.
Lui è in piena crisi di identità. Sa che dovrebbe diventare adulto riuscendo a tornare ai suoi giochi da bambino.
E' il momento di dargli una mano.
Il rischio è che diventi vecchio senza accorgersene.
[cm]
e, in ogni caso, l'asilo l'ha fatto dalle suore
chiagia