Web, 14 Novembre 2008
Se ci vogliamo lamentare delle battute del Presidente del Consiglio senza cadere nel ridicolo o nella presunzione cerchiamo di non nasconderci che le proteste di Giachetti e le dichiarazioni di Di Pietro assomigliano molto ad uscite da "bar", proprio come le battute del premier. Fanno tutte parte di quelle uscite da bancone urlate ad alta voce per strappare un pò di condivisione e l'immagine del duro e puro da vendere davanti ad un caffè corretto. Il senso della misura, per favore.
Meglio di me lo scrivono Francesco Costa e Matteo Bordone:
Francesco parla dello sciopero della fame di Giachetti per ottenere le primarie a Roma:
Anche i buoni, dall’altro lato, non se la passano bene, e iniziative come questo sciopero della fame di Roberto Giachetti sono, seppur condivisibili nel merito, completamente ridicole nel metodo. Ci vorrebbe un po’ di decenza e senso della misura: la scelta sul fare o no le primarie a Roma è una questione politica legittima e opinabile, non sono in ballo diritti umani. Lo sciopero della fame in queste circostanze non è una “iniziativa non violenta” ma è, piuttosto, un ricatto violento verso chi si trova a prendere una decisione politica. Vuol dire che ora o si fa come dice Giachetti o Giachetti muore. Perché Giachetti si lascia morire se non facciamo le primarie a Roma, vero?Matteo Bordone dei paragoni di Di Pietro:
Quando nel 2001 ci furono due giorni di Cile/Argentina a Genova (e mi riferisco a Diaz e Bolzaneto), alcuni cominciarono a dire che era tutto uguale, che avevamo poco da stare scandalizzarci, che la democrazia plutocratica è autoritaria per statuto, che il governo italiano era così, che questo era il vero volto del mostro. Cazzate in libertà, insomma. Era difficile ammettere che in due giorni straordinari una serie di eventi avesse fatto prevalere nel paese quegli istinti totalitari e repressivi che normalmente stanno sopiti sotto uno strato discreto di regole democratiche. I cileni e gli argentini si incazzarono e dissero smettetela: hanno distrutto il nostro paese e ucciso i nostri fratelli, non è il caso di fare paragoni del genere. Erano stati solo due giorni, infatti. E la citazione non andava bene già così.Vogliamo ancora cambiare il mondo.
Figuriamoci per il Commissione di Vigilanza RAI, una istituzione che non si riesce a spiegare non dico a un argentino, ma a uno di Chiasso. Roba che non esiste. Di questo stiamo parlando. E per farlo tiriamo fuori gli studenti narcotizzati e buttati dagli aerei nell’oceano. Questo è l’istinto politico di Antonio Di Pietro. Continuate pure a votarlo, ma siate coerenti: comprate un rifugio antiatomico.
[pagghiolo]
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