Pisa, 3 Novembre 2008
Stamani al semaforo s'è avvicinata una bambina, avrà avuto 11 anni, per chiedere l'elemosina. Io ho fatto la solita faccia un po' inespressiva tra il sorriso di circostanza ed il risvolto della bocca leggermente tirato dal senso di colpa, di inadeguatezza, imbarazzo. Da dietro mia figlia l'ha salutata: "ciao bimba!" e, mentre se ne andava, ha ripetuto: "ciao bimba!"
Ecco, ricominciamo a chiamare le cose col nome giusto, senza tanti fronzoli, orpelli e a chiamare bimba una bimba. Uomo un uomo. Tutto il resto è una nostra costruzione che, spesso, non si regge in piedi.
[ripensandoci] di [domitilla]
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