Porto di Spezia, 21 gennaio 2009
Stamani, poco distante da qua, è morto un uomo di 50 anni, travolto da un carrello elevatore. La prima reazione dei sindacati, riflesso condizionato, è stata la proclamazione del blocco delle attività. La prima reazione che ho avuto io è stata di nausea. Perchè ancora ieri ho visto un collega di quell'operaio attraversare il porto stando in piedi sul carrello bagnato dalla pioggia, le mani a tenere l'ombrello invece che a reggersi. E così qui, ma anche in molti altri posti di lavoro, è ogni giorno un florilegio di occasioni ghiotte affinchè accada un incidente mortale. Dovremmo far festa ogni giorno in cui nessuno muore invece di piangere quando ciò accade. O imparare, noi lavoratori per primi, a rispettare la sicurezza. Ma oggi è un giorno troppo triste per raccontarsi delle palle. Oggi è il giorno di far sciopero.
[chiagia]
Il discorso così è un pò banalizzato. Io faccio l'ispettore del lavoro e ho modo di conoscere direttamente la realtà di cui parli.
Da diversi anni abbiamo 3-4 morti al giorno in Italia e uno di questi è un incidente in itinere.
Se vogliamo dimezzare questa carneficina serve una svolta. un nuovo modo di impostare il lavoro, i controlli, la formazione dei lavoratori.
Il resto sono chiacchiere più o meno demagogiche che seguono la moda: gli incidenti sul lavoro oggi, i clandestini domani, i senzatetto dopodomani, ecc