Il primo cerchio

Facebook, 6 Marzo 2009
Finalmente Adriano Sofri (il link funziona solo per chi è iscritto a Facebook) parla di noi, parla di noi?

Postilla su primavera e cerchi.
Essendo Radicato nel Territorio (rurale, periferia di Firenze) vi avverto che i mandorli sono fioriti da una settimana, gli anemoni da due. Questo quanto alla primavera. Quanto ai girotondi, mi pare che la storia americana (del Nord) prediliga l'immagine dell'accerchiamento: noi siamo la carovana di carri assaltata che si dispone in cerchio, oppure il fortino assediato circondato dai pioppi -los alamos- o dalla palizzata, loro sono gli indiani. E che il baseball emuli questa disposizione, il diamante, la casa base, nei quali ci si piazza a difesa mentre loro battono, benché a turno si reciti la parte dei nostri e dei loro. Anche per questo gli americani sono stati così sgomenti e offesi quando l'11 settembre il terrorismo nemico è arrivato, per la prima volta, al centro della loro difesa, anzi al centro del centro. Quanto alla topografia politica, legare la propria scelta una volta per tutte a un punto dello spazio, o a una sua metafora, sarebbe sciocco, lo dico benché io conservi una predilezione per la sinistra, se non altro alla memoria, e per il mancinismo in genere. Si può stare in una quantità di punti diversi, centrali o periferici o eccentrici. Si può concentrarsi nel punto in mezzo agli occhi e mirare al centro senza muovere un muscolo, o squagliarsela più lontano possibile, o andare qua e là a vanvera. Però quando si voglia una cosa, giusta e importante benché non così importante da coprire tutto, o da prevalere su qualunque altra cosa, si può cercare di mettersi insieme con gli altri, e se è davvero giusta e importante si può immaginare che moltissimi altri la condividano: e poi andare insieme, dandosi la mano o tenendosi a distanza di rispetto, facendo un cerchio, a marcia indietro o in fila indiana ("indiana", appunto), o alla rinfusa, verso il luogo di quella cosa, reale o simbolico. Strada facendo, bisogna cercare di diventare maggioranza, e, se mai riuscisse, non montarsi la testa e seminare il percorso di sassolini, per quando si avrà voglia di tornare indietro.