Chedioloperdoni, 8 aprile 2009
Il rapporto tra fede ed accettazione delle tragedie è uno dei capisaldi della polemica che viene mossa contro la Chiesa, praticamente da sempre.
Ricordo quando, da piccolo, chiesi al prete che mi faceva catechismo perchè Dio avesse consentito la morte di tutta quella gente, in Friuli. E la sua risposta che richiamava (come avviene di solito) al fatto che l'onnipotenza di Dio si ferma di fronte all'ineluttabilità di alcuni eventi e che Dio non può impedire la morte delle persone perchè essa stessa fa parte della vita. Più o meno.
Anni dopo Moretti ripropone il tema in un brano de "La stanza del figlio", dove il prete che celebra il funerale dice che il padrone non abbandonerebbe la casa se sapesse che sta arrivando il ladro. Intendendo con ciò, ancora, che la morte è in qualche modo parte del disegno di Dio. Cosa che fa incazzare a morte il personaggio interpretato da Moretti, peraltro comprensibilmente.
Ancora ricordo Padre Ersilio Tonini, la faccia presentabile della Chiesa, in una piazza di Lerici parlare della guerra che Dio non impedisce per non interferire con il libero arbitrio.
Un mare di dubbi da questa parte della barricata, una sola certezza, la fede, dall'altra.
Ma oggi ho sentito un prete, direttore di Radio Maria, dire questo:
"Il Signore ha voluto in questa settimana santa che in qualche modo anche loro partecipassero al mistero della sua passione. Vogliamo vedere qualcosa di positivo, anche in questa tragedia. In fondo il Signore quando vuol farci partecipare delle sue sofferenze vuol farci anche partecipare della gloria della sua resurrezione”.
E ho pensato che - se non si tratta di una bufala come spero ardentemente - qui siamo oltre il campo della fede. Qui siamo nel campo della creduloneria, delle menti mandate al massacro, della delinquenza morale. Ho pensato che certe parole, forse pensate per lenire il dolore, feriscono peggio di una trave di cemento. Ho avuto nostalgia di quel prete che mi raccontava di un Dio abbastanza fragile da non saper impedire la morte, ma comunque preferibile a un Dio che impartisce sofferenza per condividere la propria.
[chiagia]

2 commenti:

  1. marcocaiella ha detto...

    Ho capito dove portava la droga la signora della lega...  

  2. Anonimo ha detto...

    Che però, teologicamente, è un discorso ineccepibile. Certo, non chiamate me se avete bisogno di qualcuno che vada a farlo a quelli che stanno sotto le tende a L'Aquila.  

per contattarci basta scrivere a ilprimocerchio [at] gmail.com

 

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