29 Agosto 2008, Intervista a Berselli (prima puntata)
Il corso della storia e il Corso Mariolino

Edmondo Berselli è uno tosto, scrive per Repubblica, per l’Espresso, dirige il Mulino e fa opinione. Lo seguo dagli albori quando, nel 1995, pubblicò il suo testo cardine. Un libro sul pensiero eccentrico - il suo - che raccontava del nostro paese nel corso del tempo a partire dal Corso, Mariolino, indimenticata ala sinistra della grande Inter, un campione non atleta, famoso per le sue micidiali punizioni a foglia morta. Quel libro si chiama “Il più mancino dei tiri”, un testo assai originale che ora, arricchito di particolari sempre nuovi, sta riscrivendo avendo cura di cambiargli titolo e di aggiungere sottotitoli chilometrici ogni volta: “Quel gran pezzo dell’Emilia”, “Post italiani”, “Venerati maestri”, “Adulti con riserva”. Al sottotitolo di quest’ultimo: “Com’era allegra l’Italia prima del ‘68”, dobbiamo questo incontro in queste pagine.
Anche lui è un campione non atleta, scrive benissimo e con facilità. Si capisce che si diverte come un matto a ricordare, a raccontare, a inventare e a spiazzare. La sua forza è una mente libera da pregiudizi e ideologie che, e qui so di farlo felice, ci ricorda il più formidabile anarchist della scrittura e del pensiero italiano del dopoguerra, Gianni Brera, funambolico nella parola almeno quanto fulminante e originale nel pensiero.

continua...
[davide]

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