Peccato capitale, 11 Dicembre 2008
Stamattina tra di noi si parlava di primarie, di primarie fantoccio, di primarie ecatombe, di primarie americane. La domanda, alla fine della discussione, era:"Cosa avrebbe potuto (potrebbe fare) questo (ripeto questo) PD per le primarie a Firenze?". Vediamo un po'.
Mai come in questo caso il difetto è nel manico. Il PD, che si era proposto di diventare un partito nuovo, è diventato una somma di oligarchie. Ha completamente stravolto la propria identità di partito. Ha perso un'identità per scambiarla con mille identità e quindi non può più scegliere di fare, è costretto a fare.
Il caso Villari (e poi Bassolino, Binetti, Firenze, eccetera) è una specie di distillato di questa nuova condizione. Molte decisioni prese - anche estreme - questione non risolta. Anche a Firenze la decisione è presa, ma la questione è tutt'altro che risolta, vedrete. Quando non c'è autorevolezza, credibilità, consenso, cosa volete che valga la decisione di Roma? Nel contempo, nelle periferie - per assoluta mancanza di ricambio - la politica si è corrotta. E' diventata, nei costumi, patetica, personalistica, vacua, prepotente, superficiale. Di tutto il casino fiorentino la cosa che ci ha più impressionato è stato Cioni che chiede al braccio destro di Ligresti di mettere l'antenna di Sky sul tetto della sua amica. Ma vi rendete conto?
Il PD per Firenze ha scelto (costretto dagli eventi) di fare l'unica cosa che poteva fare. Contrapporre la candidatura più autorevole (supposto che Chiti abbia voglia di immolarsi) al cannibalismo in atto tra i colonnelli sul territorio. Una cosa comunque che fa molto centralismo democratico (è la caricatura di quello che riescono ancora a fare) ed è lontana mille miglia dalle intenzioni e dalle speranze delle persone delle primarie.
Insomma, chiedere a Rita Levi Montalcini di fare i cento metri (con tutto il dovuto rispetto per la Montalcini, che probabilmente li farebbe meglio di molti baldi trentenni) non si può. Incazzarsi perché non li fa è inutile, è nella sua condizione di partenza che sta il problema.
Perciò, a questo tardo punto, (il PD è in un cul de sac) non è possibile fare altro che questo per non consegnarsi a una sconfitta certa, alla notte di San Valentino. Il perché, però, sta a monte. Sta nel fallimento dell'ipotesi veltroniana. Solo questo oggi può fare il PD perché il PD ha fallito. E forse fallirà ancora anche in questo tentativo.
A noi pare che questa sia la realtà. Poi ci sono tante chiacchiere.
[collettivo delle libertà]
Mentre finiamo di scrivere queste righe scopriamo che Repubblica Firenze di stamani (evidentemente Chiti non ha ritenuto di immolarsi o il PD ha ritenuto che non avrebbe saputo governare l'ira dei candidati) annuncia che saranno fatte le primarie di coalizione a doppio turno. Cioè rinvia e delega al suo esterno una scelta che non è in grado di compiere. Cambia la forma. Non la sostanza.
A Firenze comunque sperano che, in caso di sconfitta al primo turno delle primarie si vada almeno in UEFA.
Mi rendo conto che da così lontano e per giunta nutriti da una lettura frettolosa della cronaca regionale ed in più colpiti - e come potrebbe essere altrimenti - dai "gesti clamorosi", il sarcasmo non possa che essere giustificato. Se aggiungiamo che si tratta di Firenze vista da Pisa vi trovo molte ragioni in più. Ma le cose non stanno così. Sono Pisano e vivo a Firenze e per di più sono impegnato malgrado gli acciacchi dell'età in un'ennesima competizione politica che potrebbe essere raccontata per quello che è, per il momento in cui si svolge, per le cose che muove, per lo studio che produce, per le idee che mette in campo, per la partecipazione che si riscontra..ed invece vedo solo il sarcasmo.
Non è colpa vostra. No, che c'entra ? In fondo vedo ripetute litanie che prendono corpo ogni volta che qualcosa di nuovo ha seriamente mosso la navigazione e affrontato "a viso aperto" la competizione.
Io un'idea ce l'avrei: metto a disposizione il mio tempo e i mezzi che ho. Vi aspetto a Firenze. E dopo una visita alla Madonna del cardellino, in Palazzo Medici Riccardi vi guiderò in visita ad una delle bande, delle cricche, vi mostrerò i colonnelli e i coltelli, in modo che per una volta abbiate la possibilità di verificare quello che avete appena scritto. Vi aspetto. Davide sa dove trovarmi.
Cari saluti.
Cari amici del Cerchio primaio,
sono disperatamente d'accordo con voi. Il personalismo è la nostra fine. La fine della credibilità e della famosa diversità a cui ora tutti si richiamano. In «Berlinguer ti voglio bene», il protagonista si chiamava Cioni, se non ricordo male. Ecco, Pd, così come sei, non ti voglio bene.
Abbracci democratici,
giuseppe
Non son d'accordo: il PD poteva fare altro e non l'ha fatto, questa scelta non è il male minore, ma la goccia che rischia di allontanare tanti elettori dall'urna.
Meglio sarebbe stato mantenere le primarie già avviate.
r
Però mettiamoci d'accordo. I personalismi ci sono, e anche le guerre: e in una misura non poi così stupefacente, date le condizioni generali della sinistra. Ma se c'è un modo per affrontare questi conflitti, quel modo sono le primarie. Decide un arbitro, e un arbitro indiscutibile. E di fronte a questo, che i candidati si vogliano bene o si scannino, diventa meno importante. Luca.
Non capisco le obiezioni di chi "so dove trovare".
Nelle nostre considerazioni che, ti assicuro, non sono fatte perché siamo pisani (siamo solo senzienti), mi pare,che non si faccia cenno a bande e coltelli. Converrai, però, che l'improvvisa incursione della magistratura nelle primarie fiorentine faccia pensar male a chi sia più malizioso di noi e, come spieghiamo, l'humus che certe intercettazioni pubblicate hanno trasmesso, faccia pensare - qui hai ragione. per taluni e non per tutti - a una pratica della politica, come minimo, disinvolta, spregiudicata e sgradevole .
Comunque noi non parliamo di quello, né mettiamo in discussione l'onorabilità di nessuno dei candidati (il buongusto di uno sì, però). Diciamo semplicemente che il Pd, così com'è, non è in grado di produrre scelte vere ma è costretto a fingere di fare scelte che, in realtà, sono costrette dal cul de sac in cui si è infilato. Scelte che non risolvono i problemi, come ampiamente dimostrato dai casi che citiamo e, molto presto, anche da questo. Il problema che ci pare riguardi tutti è che il Pd stia clamorosamente fallendo il suo tentativo.
Pensare, come ci pare tu pensi, che ci sia una strategia in tutto questo è, secondo noi, una sopravvalutazione dell'interlocutore Pd.
Per quanto riguarda le novità, invece, è assolutamente vero quel che dici e che queste sono, a priori, escluse ma non per calcolo (magari, mi verrebbe detto) per un riflesso pavloviano che rimane nei suoi dirigenti. Come, per istinto, si scacciano le mosche.
Nessuna di queste cose ci pare un buon segno. Viste che siano da lontano, da vicino, da Pisa o da Scopello. Di questo volevamo parlare, di nient'altro.
Un saluto,
Davide
E ora a Luca (ma sei Luca Luca, quello primo in classifica?) che, immagino, parli a Civati e non a noi, vorrei obiettare (forse sono solo integrazioni al suo dire) due piccole cose rispetto al solido principio che le primarie siano la soluzione e che l'arbitro sia indiscutibile. Tutto vero, compreso che scannarsi sia consentito (ma non auspicato, spero) però:
1) Lo scannamento a mezzo di armi come la merda e il ventilatore è da bandire.
2) Non si possono concepire delle primarie in un modo e, dopo un mese, cambiare le carte in tavola.
Gli arbitri indiscutibili potrebbero:
a) Rimanere disorientati.
b) Lasciare il campo per protesta.
Davide
Va bene. Io resto disponibile. Un treno, una Madonna del cardellino a gratis e una bella chiacchierata. Poi mi auguro che ognuno tornando in se, possa anche comunciare a pensare che difendere se stessi e le proprie opinioni sia una risorsa e non un problema.
Un bacio.
Guelfo