30 Agosto 2008, Intervista a Berselli (terza puntata)
Siamo trent'anni indietro

Un paese felice che a un certo punto si blocca.
Sì, senza consapevolezza vivevamo la nostra prima globalizzazione. La provincia italiana, dove tutti più o meno siamo nati, vede il mondo e si apre, si mette in sintonia. Un prodigio che passa dall’arrivo di Nembo Kid, ai complessi musicali, alla Londra di Soho, di Mary Quant. Io mi potevo sentire londinese a 15 anni.
Già, questa identità di ricordi mi fa pensare che la nostra generazione sia stata fortunata. Più di quella dei nostri padri che hanno vissuto esistenze sparpagliate e dolorose, e di quella dei nostri figli che ha perso il senso dei valori ed è confusa.
Le vera differenza con la generazione che segue è nella speranza, noi avevamo la speranza, loro ne sono stati deprivati. Ognuno di noi ha pensato che fosse possibile migliorare e migliorarsi, loro non lo pensano più. Allora era ancora possibile pensare a un ciclo galbraithiano per cui i figli di un bidello potevano diventare insegnanti e i loro figli docenti universitari. Qui è tutto bloccato i figli dei medici fanno i medici e così via, gli altri provano il test di Veterinaria e se non lo superano vanno a Biologia ma se ne stufano tornano a Veterinaria, nel frattempo hanno trentadue anni e non si sono ancora misurati con la vita. Siamo in una società immobile fatta di caste.
Insomma, un liberale.
No, un democrat. Io penso che nella vita bisogna misurarsi, affrontare le prove, far prevalere il merito. Solo così tutti hanno la possibilità di competere e migliorare la propria condizione di partenza e la società diventa mobile e rende possibile il ricambio. Alle ultime elezioni avevamo due candidati premier di complessivi 141 anni, le pare normale?
Ma ora c’è il giovane Veltroni…
Già, in Italia uno di 53 anni è giovane, roba da matti, ma questo non lo scriva. Stiamo toccando il fondo. Siamo in ritardo su tutto. Non leggiamo più nulla, non pensiamo più. La Germania, un paese che ha perso due guerre, che ha vissuto una divisione atroce è assai più avanti di noi. Basta contare: in che anno le classi subalterne si affacciano al governo in Germania con Brandt? 1966, da noi gli ex comunisti accedono al governo con Prodi nel 1996. In che anno là la sinistra inizia la revisione del pensiero marxista? 1959, da noi è stato Occhetto nel 1989. Ecco fatto, siamo 30 anni indietro rispetto alla Germania.

continua...
[davide]

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