31 Agosto 2008, Intervista a Berselli (quinta puntata)
Gli inganni della memoria

Ma lei oggi cosa vota?
Pd, cosa vuole votare? Sono affezionato all’idea iniziale dell’Ulivo, al riformismo che dà una possibilità a tutti. Il problema, oggi, è che, in quel partito, le due grandi chiese non mollano, non sanno misurarsi sui fatti, non c’è un’identità condivisa e questo è un problema.
L’infinità di nomi, di marchi, di campioni, di storie degli anni della speranza che cita nel suo libro hanno sollecitato la mia memoria e mi permetto qualche emendamento, posso?
Faccia.
Le chitarre che io rammento erano Fender e i magnetofoni Geloso, poi la sua esaltazione di Sivori le fa trascurare un altro talentuoso speculare coevo: Kurt Hamrin. La più grave carenza, però, riguarda un ciclista. Tra i mille nomi che cita si è scordato di Charlie Gaul, scalatore lussemburghese autore di imprese epiche in condizioni disperate.
Come no, Gaul, 1956, 39° giro d’Italia, la tappa del Bondone nel cuore della tormenta. Prima di partire l’allenatore lo aveva fatto immergere in un catino di acqua bollente. Staccò tutti di molti minuti. E lo sa dove mi trovo io in questo momento? Ai piedi del Bondone, un luogo bellissimo, e mentre noi chiacchieriamo i miei amici qui intorno stanno raccogliendo chili di fragole selvatiche.
Vedo che ha anche la capacità di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. La sua formidabile memoria, però, in un caso l’ha tradita. Io rammento che il ragazzo del circo della serie televisiva si chiamava Gorky e non Corky come ha scritto lei.
Ma lo sa che forse ha ragione? Controllerò meglio.

L’ho preso in castagna, penso. Macché, sono andato a controllare e “Corky il ragazzo del circo”, serie di telefilm trasmessa in Italia a fine anni Cinquanta, si scrive proprio come lo aveva scritto lui. Eppure ci avrei giurato, la memoria tradisce, talvolta. Nei suoi cassetti, con quel nome, nel frattempo erano arrivati un letterato russo, un pittore armeno, un parco di Mosca, un complesso americano e un film. Il ragazzo non c’entrava proprio. Nel ricordo siamo portati ad arrotondare, a plasmare, a sovrapporre, a ricostruire barando. Questo eccentrico pensatore nemico del ’68, invece, non ne sbaglia una. Ha davvero una memoria imbattibile. Il sospetto che abbia più ragioni di quel che pensavo mi si insinua potente.

[davide]

30 Agosto 2008, Intervista a Berselli (quarta puntata)
Meglio Adorni di Adorno

Nonostante che, da un certo punto in poi, le sue radici siano diventate emiliane, non mi pare tenero con i comunisti.
Né comunisti né democristiani, da sempre. Fin dalla prima volta che votai - ero militare - pur di non votarli, scelsi i Radicali alla camera e Democrazia Proletaria al senato. Gli ex comunisti non hanno capito che, nel 1989, Dio è morto e quando Dio muore bisogna chiudere le chiese. Loro non solo le hanno tenute aperte ma ci hanno fatto assistere alle litigate tra i vescovi e i cardinali. E anche qui il pensiero radicale del ’68 ha le sue responsabilità.
Ho letto il suo giudizio sulla scuola di Francoforte, uno dei pensieri di riferimento per il movimento, impietoso.
Sì, oltretutto, poi, sono andati tutti in America. Vede io ho fatto la mia tesi di laurea su Adorno. Pensieri radicali, intransigenti, assoluti che inchiodavano tutto all’ideologia e che non prevedevano alternativa. Un disastro. Io penso che, in ogni condizione, ci sia sempre una riforma possibile.
Insomma, per frequentare una delle metafore sportive che le sono tanto care, si può dire meglio Adorni che Adorno.
Certo che sì. Vittorio Adorni era un lungimirante, uno stratega. Vinse il giro d’Italia nel ’65 e fu campione del mondo nel ’68, ma il suo capolavoro politico fu quando, sempre nel ’65, riuscì a tenere incollato il gruppo alla sua ruota per favorire la fuga di Gimondi che, grazie a lui, vinse il Tour. Un gregario di 23 anni in maglia gialla, questa è democrazia. Questa cosa dell’età mi tormenta, sa quanti anni aveva Claudio Villa quando noi lo spernacchiavamo come un vecchio portabandiera del vecchio? 39. Oggi quelli di 39 anni sono considerati ragazzi.

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[davide]

30 Agosto 2008, Intervista a Berselli (terza puntata)
Siamo trent'anni indietro

Un paese felice che a un certo punto si blocca.
Sì, senza consapevolezza vivevamo la nostra prima globalizzazione. La provincia italiana, dove tutti più o meno siamo nati, vede il mondo e si apre, si mette in sintonia. Un prodigio che passa dall’arrivo di Nembo Kid, ai complessi musicali, alla Londra di Soho, di Mary Quant. Io mi potevo sentire londinese a 15 anni.
Già, questa identità di ricordi mi fa pensare che la nostra generazione sia stata fortunata. Più di quella dei nostri padri che hanno vissuto esistenze sparpagliate e dolorose, e di quella dei nostri figli che ha perso il senso dei valori ed è confusa.
Le vera differenza con la generazione che segue è nella speranza, noi avevamo la speranza, loro ne sono stati deprivati. Ognuno di noi ha pensato che fosse possibile migliorare e migliorarsi, loro non lo pensano più. Allora era ancora possibile pensare a un ciclo galbraithiano per cui i figli di un bidello potevano diventare insegnanti e i loro figli docenti universitari. Qui è tutto bloccato i figli dei medici fanno i medici e così via, gli altri provano il test di Veterinaria e se non lo superano vanno a Biologia ma se ne stufano tornano a Veterinaria, nel frattempo hanno trentadue anni e non si sono ancora misurati con la vita. Siamo in una società immobile fatta di caste.
Insomma, un liberale.
No, un democrat. Io penso che nella vita bisogna misurarsi, affrontare le prove, far prevalere il merito. Solo così tutti hanno la possibilità di competere e migliorare la propria condizione di partenza e la società diventa mobile e rende possibile il ricambio. Alle ultime elezioni avevamo due candidati premier di complessivi 141 anni, le pare normale?
Ma ora c’è il giovane Veltroni…
Già, in Italia uno di 53 anni è giovane, roba da matti, ma questo non lo scriva. Stiamo toccando il fondo. Siamo in ritardo su tutto. Non leggiamo più nulla, non pensiamo più. La Germania, un paese che ha perso due guerre, che ha vissuto una divisione atroce è assai più avanti di noi. Basta contare: in che anno le classi subalterne si affacciano al governo in Germania con Brandt? 1966, da noi gli ex comunisti accedono al governo con Prodi nel 1996. In che anno là la sinistra inizia la revisione del pensiero marxista? 1959, da noi è stato Occhetto nel 1989. Ecco fatto, siamo 30 anni indietro rispetto alla Germania.

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[davide]

29 Agosto 2008, Intervista a Berselli (seconda puntata)
Soliti stronzi crescono

Berselli, a partire anche da un aforisma arbasiniano: «In Italia c’è un momento stregato in cui si passa dalla categoria di brillante promessa a quella di solito stronzo. Soltanto a pochi fortunati l’età concede poi di accedere alla dignità di venerato maestro» si permette di ridimensionare (lo fa con ferma delicatezza) persone, epoche, mode sopravvalutate, Sessantotto compreso. E’ il primo tra i nostri intervistati che guarda a quel tempo con nessun tipo di nostalgia, anzi. Eccoci giunti al nocciolo della questione.
Ora che ha superato l’età della brillante promessa ma non ha ancora raggiunto quella di possibile venerato maestro, come si colloca?
Mi vuol far dire che sono il solito stronzo? Lo dico volentieri. Il libro sui venerati maestri l’ho fatto per sancire che ora che è caduto tutto, le ideologie, i grandi pensieri, i punti di riferimento non ci sono più ed ognuno di noi è costretto ad elaborare un pensiero proprio. Grazie al cielo siamo tornati individui e soli di fronte all’arte, alla storia. Non possiamo più conformarci, dobbiamo esprimere il nostro giudizio e prendercene la responsabilità. Tanti soliti stronzi crescono: questa è democrazia del pensiero, bellezza.
Il suo libro è divertente, colto e suggestivo. Supportato da una memoria diretta davvero formidabile, per chi è nato in quegli anni è un pozzo di ricordi, ma, a mio parere, è sleale nelle conclusioni. Lei indica come età dell’oro gli anni Sessanta, ma in realtà descrive il decennio – quello davvero magico – che va dal 1955 al 1965. In America il ’68 era già cominciato on the road, e questo lei lo trascura.
Io penso che gli anni della contestazione, in un primo momento, ebbero il grande merito di opporsi all’autorità. Un’autorità livida, codina, conformista, cieca. Ma spuntavano le prime crepe come il centrosinistra al governo che apriva una via riformista alla politica. E, proprio a quel punto, di fatto, per 10 anni l’idea della rivoluzione sequestra la prospettiva riformista. Lo Stato si abbatte e non si cambia, rammenta? Nel frattempo nessuno pensava a far funzionare le cose. I rivoluzionari, che servivano al tavolo della politica pizze piene di parole, hanno annichilito il paese.

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[davide]

29 Agosto 2008, Intervista a Berselli (prima puntata)
Il corso della storia e il Corso Mariolino

Edmondo Berselli è uno tosto, scrive per Repubblica, per l’Espresso, dirige il Mulino e fa opinione. Lo seguo dagli albori quando, nel 1995, pubblicò il suo testo cardine. Un libro sul pensiero eccentrico - il suo - che raccontava del nostro paese nel corso del tempo a partire dal Corso, Mariolino, indimenticata ala sinistra della grande Inter, un campione non atleta, famoso per le sue micidiali punizioni a foglia morta. Quel libro si chiama “Il più mancino dei tiri”, un testo assai originale che ora, arricchito di particolari sempre nuovi, sta riscrivendo avendo cura di cambiargli titolo e di aggiungere sottotitoli chilometrici ogni volta: “Quel gran pezzo dell’Emilia”, “Post italiani”, “Venerati maestri”, “Adulti con riserva”. Al sottotitolo di quest’ultimo: “Com’era allegra l’Italia prima del ‘68”, dobbiamo questo incontro in queste pagine.
Anche lui è un campione non atleta, scrive benissimo e con facilità. Si capisce che si diverte come un matto a ricordare, a raccontare, a inventare e a spiazzare. La sua forza è una mente libera da pregiudizi e ideologie che, e qui so di farlo felice, ci ricorda il più formidabile anarchist della scrittura e del pensiero italiano del dopoguerra, Gianni Brera, funambolico nella parola almeno quanto fulminante e originale nel pensiero.

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[davide]

Pisa, 28 Agosto 2008
Per motivi misteriosi e inspiegabili (non è vero ma fa scena) il sistema di invio automatico dei post di blogger ci ha cancellato i post che dovevano riempire il blog fino al 1 Settembre. Il sistema, da noi ribattezzato "il frigo" ci ha abbandonato. Speriamo che non sia andato tutto a male. Scusateci ed abbiate fede, torneremo.
[la redazione]

Pisa, 13 Agosto 2008
La strage del 22 luglio del 1944 nella chiesa di San Miniato attribuita ai tedeschi fu invece, per errore, compiuta dagli alleati. Scoperta la verità storica il sindaco Frosini ha deciso di apporre una lapide corretta accanto alla precedente che ricordava l'eccidio con l'errore di attribuzione. Questo, peraltro, riabilita la figura del vescovo del paese Giubbi che certamente aderì al fascismo ma altrettanto certamente non ebbe alcune responsabilità nella strage come fino ad oggi si era ritenuto. Insomma sulla nuova lapide sta scritta la verità. Un gesto doveroso, pieno di buonsenso e di illuminata visione della storia e della politica. Naturalmente le polemiche fioccano, soprattutto da sinistra. Che pena. Gli errori non si cancellano, si correggono e se ne tiene memoria. Solo così servono. Le persone non si giudicano sommariamente e per parte presa. Quello lo facevano i fascisti.
[tanfucio]

Pisa, 12 Agosto 2008
Si esagera con i divieti che, ovviamente, non possono essere controllati e quindi tutto rimane come prima. Con l'aggravante che le persone pensano che le regole si possono facilmente trasgredire. Vietare cose che si sa a priori che non possono essere verificati si chiama demagogia.
[tanfucio]

Pisa, 11 Agosto 2008
Nel bel museo di Palazzo Reale di Pisa - ci sono Raffaello, il Bronzino, Canova, Redi - lo scorso anno sono entrati 299 visitatori. Meno di uno al giorno. I custodi sono sei. Uno per ogni 50 visitatori annui, ve lo immaginate che palle. Al San Matteo, invece, i visitatori sono un'enormità quasi undici al giorno. E il museo della grafica al Lanfranchi? E il Palazzo Giuli di prossima apertura? Chissà. Vi ricordate il percorso museale sui lungarni come progetto per rilanciare il turismo a Pisa? Che fine ha fatto? Perché al dire non segue mai il fare? Mi viene un po' di malinconia.
[tanfucio]

Vacanza, 10 Agosto 2008
La redazione promette solennemente che dal prossimo week-end ci sarà qualcosa di più interessante. Promessa.
[la redazione]

Vacanza, 9 Agosto 2008
Oggi è Sabato. Niente tanfucio.
[la redazione]

Pisa, 8 Agosto 2008
Ma a palazzo Gambacorti c'è qualcuno?
[tanfucio]

Pisa, 7 Agosto 2008
Ricambi: Cortopassi presidente della Fondazione del teatro, Bani presidente dell'azienda delle case popolari. Saranno i nipoti, direte voi, no no, sono proprio loro.
[tanfucio]

Pisa, 6 Agosto 2008
Federico Gelli, che è l'unico assessore uomo alle pari opportunità in Italia, il che - passatemi il paradosso - sarebbe come dare la responsabilità del problema dei neri a un bianco, ha deciso di costruire un "Albo delle donne meritevoli". Non vi pare che la politica continui a vivere sulla luna?
[tanfucio]

Pisa, 5 Agosto 2008
Sul mercato della politica i consumatori richiedono il cambiamento, se il negozio che frequentano di solito non glielo offre loro vanno nell'altro negozio.
[tanfucio]

Pisa, 4 Agosto 2008
Obama, nel suo giro europeo, in gran segreto è andato a Putignano. Gli hanno detto che se per una paio d'anni sta allo stand dei frati alla festa dell'Unità, dopo, lo potranno anche prendere in considerazione.
[tanfucio]

Vacanza, 3 Agosto 2008
Eppure eravamo sicuri di averlo spiegato che siamo in vacanza. Comunque domani ci sarà quanto abbiamo promesso Venerdì.
[la redazione]

Vacanza, 2 Agosto 2008
Ma non ve l'avevamo detto che il primo cerchio è in vacanza?
[la redazione]

Pisa, 1 Agosto 2008
La pessima fuga del PD alla camera al momento del voto sul caso di Eluana Englaro me la ricorderò al momento di dare il voto al PD.
[tanfucio]

Pisa, 1 Agosto 2008
Carissimi, anche il primo cerchio va in vacanza. Ed era anche l'ora. Grazie ai potenti mezzi messi a disposizione dalla piattaforma che ci ospita (blogger, blogspot o simili) cercheremo di programmare l'uscita quotidiana (a partire da Lunedì prossimo e ad eccezione dei week end) di un imperdibile tanfucio in modo da lasciare un segno, pur flebile, della nostra esistenza; a fine Agosto torneremo in pieno servizio e, aspettando Settembre, abbiamo già programmato rivoluzioni epocali. Si tratta d'aver pazienza. Molta.
Buone vacanze a tutti.
[la redazione]

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